Condrieu AOC: la culla del Viognier

Condrieu AOC è una piccola denominazione che si estende sui pendii ripidi delle colline ai piedi del Massiccio Centrale sulla riva destra del Rodano Settentrionale, subito a sud della Côte Rôtie: qua il fiume compie un’ansa, con la conseguenza che i migliori vigneti sono esposti a sud.

Il territorio della denominazione comprende il territorio di sette comuni: Limony, Chavanay, Malleval, Saint-Michel-sur-Rhône, Saint-Pierre-de Boeuf, Vérin e Condrieu, comuni che si trovano sparsi nei dipartimenti francesi dell’Ardèche, del Rodano e della Loira.

Il suolo è costituito da granito spesso sottoforma di sabbia granitica, un terreno ben drenante con la capacità di trattiene il calore solare e mitigare le temperature notturne; i vigneti si dispongono sui pendii collinari che guardano il Rodano, a volte scoscesi, ad altitudini comprese tra i 140 e i 300 mt slm.

Il clima di Condrieu è tipicamente continentale, caratterizzato da inverni umidi e freddi ed estati calde; i venti freddi settentrionali, che rappresentano un pericolo durante la fioritura delle viti, sono mitigati dalle alture poste a Nord-Ovest dei vigneti.

Il disciplinare Condrieu AOC prevede la sola produzione di vini bianchi con l’esclusivo utilizzo di uve Viognier.

E questa è la patria del Viognier: i primi vigneti sarebbero stati impiantati dall’Imperatore Probus con piante portate dalla Dalmazia nel III secolo d. C.: lo sviluppo dei vigneti in questa regione è probabilmente legato alla ‘Pax Romana’ che consentì alle locali popolazioni Allobrogiche, qui presenti dal IV secolo a.C., di acquisire la cittadinanza romana e allo stesso tempo il diritto di allevare la vite.

Nel XVI secolo il vino prodotto con uve Viognier da vendemmia tardiva provenienti da questa zona veniva apprezzato come vino dolce dai Papi di Avignone; solo agli inizi del ‘900 si iniziò a produrre vini secchi.

La difficoltà di allevare un vitigno dalle basse rese in un territorio difficile come questo, ha portato nel 1960 i complessivi ettari vitati a soli 10 sul suolo natio, con una produzione di vino limitata all’uso locale; ciò nonostante, questo vitigno trovava una seconda vita in giro per il mondo, dalla Linguadoca alla California.

Ma una secondo vita il Viognier l’ha trovata anche in patria dal 1970 in poi, quando gli ettari vitati sono cominciati ad aumentare, diventando 197 nel 2017 con ulteriori progressi fino ai giorni nostri.

Ricerche genetiche sul DNA hanno consentito di verificare una relazione con il Mondeuse Blanche, il che rende il Viognier imparentato con l’altro vitigno natio di queste zone, il Syrah, che deriva proprio da un incrocio che ha come genitore il Mondeuse Blanche.

Il suo germogliamento precoce lo mette a rischio per le gelate primaverili, mentre la maturazione avviene in tempi medi; è sensibile al vento e l’allevamento in queste zone con il tipico sostegno a singolo bastone per vite.

Il vitigno regala sentori floreali e fruttati delicati e intriganti, ma se non vinificato in maniera accurata può non risultare altrettanto attraente al gusto; i descrittori comuni sono delicati aromi di pesca, frutta secca, fiori bianchi, a volte note di anice, zenzero e melone.

Al naso delicato corrisponde alla degustazione un corpo ricco, che spesso fa intuire le metodiche di vinificazione, che sono lasciate alle intenzioni del produttore, dall’uso del rovere alla conversione malolattica.

Le possibilità di invecchiamento del Condrieu, e del Viognier in generale, offrono opinioni divergenti, ma la scarsa componente di acidità di questi vini propone un consumo che non va oltre qualche anno dalla vendemmia.

Il Condrieu ha i suoi estimatori nonostante sia un vino di fascia medio alta, giustificata dalle rese delle uve che qui sono più basse rispetto ai territori più meridionali, nonostante che, come già detto, sia un vino che non può affrontare un lungo invecchiamento.

Una peculiarità della zona è relativa alla presenza all’interno della denominazione di una molto più circoscritta, la AOC Château Grillet, anche questa a produzione esclusiva di vini bianchi da Viognier.

Solo 3,5 ettari vitati disposti in una sorta di anfiteatro, di fatto la più piccola AOC di Francia, appartenenti ad un unico produttore, di fatto un Monopole: 76 terrazzamenti esposti a sud, situate ad un’altitudine tra i 160 e i 250 mt. slm.

Il nome gli è stato dato nome dalla famiglia Neyer-Gaschet che acquisì la proprietà nel 1830; nel 2011 la tenuta è stata acquistata da François Pinault, già proprietario di aziende di alto livello, come Château Latour a Pauillac e Domaine d’Eugénie a Vosne-Romanée.

Tra i produttori più importanti nella produzione di Viogner a Condrieu, merita menzione Marcel Guigal, la cui attività commerciale sorta ad Ampuis ha contribuito ad espandere il mercato dei vini del Rodano Settentrionale, compreso Condrieu.

Altri produttori noti sono: Yves Cuilleron, Yves Gangloff, Remì Niéro, Georges Vernay, Pierre Dumazet, André Perret, Domaine du Chene.

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