‘Exploring a unique way of living’: a Dievole per parlare del Chianti Classico

“Chianti Classico: Exploring a unique way of living” si è svolto dal 6 all’8 Aprile scorso presso il Dievole Wine Resort a Vagliagli (Siena). 

Tre giorni con momenti di confronto e di riflessione sulla storia di questo territorio, le sue peculiarità, la qualità delle proposte in tema di vino e turismo, con un occhio rivolto al futuro: il tutto attraverso tre tavole rotonde i cui ospiti, tutti protagonisti di questa terra, hanno tracciato veri e propri percorsi di conoscenza e di scoperta di un modo unico di vivere il Chianti Classico.

La prima tavola rotonda, che ha avuto per tema “Wine & Hospitality: la cultura del vino e l’arte dell’ospitalità”, vedeva tra gli ospiti Stefano Capurso per Dievole, Filippo Mazzei del Castello di Fonterutoli, Laura Bianchi del Castello di Monsanto, Marco Pallanti del Castello di Ama e Filippo Giabbani Responsabile per la Regione Toscana di investimenti internazionali, moderati da Filippo Bartolotta. 

Con questo incontro è stata evidenziata l’importanza di una ospitalità in cui si riesca a fare apprezzare al visitatore l’armonia di un territorio, dove il passaggio dell’uomo durante i secoli non ha fatto altro che valorizzare i prodotti della terra (vino compreso!), le sue bellezze paesaggistiche, la sua storia.

Nella seconda tavola rotonda, dal titolo “Food & Future: la cucina tra tradizione e sostenibilità”, hanno partecipato Gaetano Trovato lo Chef due stelle Michelin dell’Arnolfo, Mirco Vigni de l’Osteria Le Logge, Monika Filipinska Chef del Ristorante Novecento interno al Dievole Wine Resort e Alessandro Ercolani del Castello di Spaltenna; il dibattito è stato moderato dal giornalista Leonardo Romanelli.

Le riflessioni fatte hanno messo in evidenza la necessità di mantenere una cucina che, nonostante rimanga propositiva e al passo con i tempi, non perda il suo legame con il territorio e la sua storia; ma il concetto di sostenibilità è stato quello più enfatizzato e recepito nell’accezione più ampia del termine: non solo scelta di produttori locali e riduzione degli sprechi in cucina, ma anche un approccio sostenibile in termini di energia, economia, ambiente, aspetti sociali e personali.

Il tema della terza tavola rotonda è stato “Experience: una destinazione per riconnettersi con la terra, la mente e il corpo” ed ha visto come partecipanti Giancarlo Brocci Patron dell’Eroica, Daniele Tognaccini fondatore di Milan Lab e ideatore del programma ANTS, Marco Bonifazi Medico specialista in Medicina dello Sport all’Università di Siena, moderati dal giornalista sportivo Marino Bartoletti; l’incontro ha svelato un lato del Chianti Classico poco usuale, quello di essere un luogo dove poter ritrovare il benessere psicofisico. 

Si è partiti raccontando l’esperienza dell’Eroica, dove la fatica di percorre in bicicletta le strade bianche significa riappropriarsi del territorio, creare nuove scale di valori e, sinteticamente, allenarsi alla felicità; si è passati a descrivere i benefici dell’Activity Nature Training Sense, il percorso rigenerativo proposto agli ospiti del Dievole Wine Resort esclusivamente svolto all’aria aperta, per infine sottolineare, dati scientifici alla mano, come queste attività motorie e sportive abbiano effetti positivi sul mantenimento della salute e della giovinezza, proprio perché attivano determinate aree del cervello. 

Stefano Capurso, Direttore Generale di Alejandro Bulgheroni Family Vineyards Italia, di cui Dievole è parte, ci spiega come la tre giorni è il punto fermo su come in futuro comunicare il territorio del Chianti Classico e le strutture come Dievole Wine Resort. 

“Quella di Dievole è una storia antica. Il nostro logo racchiude una data, quella del 1090, anno a cui risale il primo documento che attesta la concessione in uso della vigna in questa località; arriviamo, attraverso i secoli, al primo Novecento con la Famiglia Terrosi-Vagnoli, con altre importanti testimonianze documentali relative agli affidi dei poderi della tenuta, che attestano l’attaccamento delle famiglie chiantigiane alla loro terra.”

La storia dell’attuale Dievole inizia a Dicembre 2012 con l’acquisizione della tenuta da parte della Famiglia Bulgheroni, ampliata con l’acquisto delle tenute delle Arbie all’inizio del 2013.

Una serie di interventi di ristrutturazione dal 2016 ha visto coinvolti i vari edifici della tenuta, compresa la Villa che, nell’estate 2017, è diventata il cuore pulsante dell’ospitalità con le camere d’albergo e il Ristorante Novecento.

Ma non finisce qui. Capurso ci comunica che entro l’anno partiranno nuovi lavori che consentiranno di ampliare la proposta ricettiva per una capienza totale di 80 clienti, la costruzione di un nuovo ristorante da 100 posti e la realizzazione di una SPA; lo scopo è quello di avviare la stagione 2024 con nuove proposte, anche per allungare la stagione di apertura.

Dievole Wine Resort si pone dunque tra le strutture di riferimento dell’enoturismo nel Chianti Classico, un turismo costituito in gran parte da clientela nordamericana fino al 2019 e che ha visto, per ovvi motivi, una maggiore presenza di italiani, scandinavi e svizzeri negli ultimi due anni; ma le prime indicazioni di questo inizio stagione fa prevedere un ritorno della clientela di oltre Oceano.

Per Dievole il vino rimane il punto di attrazione, in quanto l’ospitalità di livello offerta dalla struttura è esclusivamente mirata a promuovere il vino; il concetto, come ci spiega Stefano Capurso, è: “Un grande vino deve essere promosso con una grande ospitalità, perché chi viene a Dievole deve avere non solo un grande vino ma un trattamento a 5 stelle”.

Il messaggio che si vuol dare è che il vino non è più un singolo prodotto ma fa parte di uno stile di vita che è unico: il valore aggiunto del vino non è solamente la sua qualità e il suo brand, ma è dato dall’insieme dei servizi che sono collegati al vino stesso; lo stesso termine di Wine Resort dato alla struttura è perché, all’atto di prenotare il soggiorno, al cliente viene già premesso cosa si dovrà aspettare al suo arrivo.

Stefano Capurso conclude: “Il nostro obiettivo è quello di trasmettere cosa vuol dire vivere questo luogo, e lo facciamo presentando il territorio, i suoi prodotti e i suoi attori”.

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