Castello Banfi: la storia di ieri e di oggi nel territorio del Brunello

Il castello di Poggio alle Mura lo puoi vedere svettante sopra un colle già da diversi chilometri di distanza.

La sua strategica posizione lo vuole costruito nei pressi della confluenza dei di fiumi Orcia e Ombrone, in quel territorio di confine tra l’Amiata, il Senese e la Maremma.

Probabilmente nato sulle vestigia di una torre longobarda, il nucleo principale dovrebbe risalire alla seconda metà del 13° secolo, anche se le fonti storiche ne parlano in maniera specifica solo nel 1377, fra i beni degli eredi di Francesco di Tommaso Colombini.

La sua posizione consentiva di controllare le vie di comunicazione fra Siena, il Monte Amiata e la Maremma, proprio per questo è stato conteso dalla Repubblica Senese, che in questa zona aveva l’accesso ai suoi ‘paschi’, cioè la Maremma, e gli Aldobrandeschi, i signori di questo territorio.

Vari i passaggi di mano nel ‘400 tra la famiglia dei Conti Placidi e la Repubblica di Siena, fino a tornare definitivamente dal 1529 in possesso dei Placidi.

Durante la II Guerra Mondiale il castello subisce danni gravissimi e, nel 1959, fu acquistato da un imprenditore italiano che aveva vissuto in Sud America, Mastropaolo.

Nel 1983 il castello viene acquistato dalla Famiglia italoamericana Mariani ed entra a far parte dell’azienda vitivinicola della famiglia: subito viene messa mano a importanti lavori di restauro che lo riportano alla forma primitiva.

L’attuale struttura si caratterizza per la forma quadrata, con un cortile interno occupato su tre lati da vari edifici, mentre il quarto lato, su cui si apre l’accesso principale, è chiuso da mura merlate; proprio l’interno del cortile svela i rimaneggiamenti rinascimentali, con il porticato ad archi che appoggiano su pilastri ottagonali e l’ingresso al palazzo con la scalinata in pietra serena.

Entrare oggi nel Borgo attorno al Castello Banfi non fa certamente pensare ad un passato così tumultuoso, ma mette immediatamente l’ospite a proprio agio, regalando uno spazio di abbondante tranquillità e relax.

L’ampio edificio rustico ubicato nell’area antistante il castello ed adibito a wine shop e spazio degustazione accoglie egregiamente il visitatore; curatissimi vialetti bordati di verde portano al  corpo principale del castello, in cui si trova il ristorante, mentre l’ingresso al cortile interno è assicurato de un viale più ampio bordato da cipressi.

La storia di oggi del Castello di Poggio alle Mura è quella della Banfi Spa, l’azienda dei fratelli italoamericani John e Harry Mariani che nel 1978 acquistano la tenuta che si estende nel versante meridionale del comune di Montalcino, per un totale di 2830 ettari, di cui un terzo coltivati a vigneto e il resto a uliveto, frumento, frutteti e bosco.

Il castello si integra perfettamente nell’azienda, diventando un vero e proprio centro enoturistico che valorizza ulteriormente la qualità della produzione vitivinicola e contribuisce a presentare al meglio l’elevato livello qualitativo dei vini prodotti.

Il borgo del castello ospita l’enoteca, la taverna, l’Hotel di charme Il Borgo, il Museo della Bottiglia e del Vetro con la sua collezione di vetri, dalla Roma Imperiale ai più recenti.

E’ proprio all’interno dell’enoteca che abbiamo la degustazione, partendo dal Rosso di Montalcino, passando per il Brunello, per finire con un Super Tuscan.

Rosso Montalcino DOC Castello Banfi 2015. Ottenuto con uve Sangiovese, fermenta per 10 giorni in tini compositi di legno di rovere e acciaio da 177 ettolitri; affina un anno tra barrique e botte grande, per poi fare altri sei mesi in bottiglia: da considerarsi un vino da bere subito dopo l’affinamento, anche se ha ottime potenzialità di invecchiamento.

Colore rubino brillante. Al naso accenni floreali, sottobosco, si caratterizza per la speziatura, il tabacco, con finale di liquirizia. Equilibrato e di corpo, con tannino non invadente.

Brunello Montalcino DOCG Castello Banfi 2011. Sangiovese grosso proveniente dai circa mille ettari dell’azienda, affina due anni in botti di rovere francese di vario taglio, successivamente un anno in bottiglia: notevole capacità  d’invecchiamento.

Bel rubino brillante tendente al granato. Fragranze lievi floreali, piccoli frutti rossi e neri, trionfo di pepe nero, rabarbaro e tabacco. Tannino deciso ed elegante, corpo austero, persistente, molto equilibrato.

Validi i riconoscimenti internazionali: 92/100 di Robert Parker, 95/100 di James Suckling.

Brunello di Montalcino DOCG Castello Banfi Poggio alle Mura 2011. Ottenuto da uve scelte di sangiovese grosso provenienti dai vigneti circostanti il castello, fermenta in tini compositi legno- acciaio da 177 ettolitri, affinamento di due anni sia in barrique che in botte grande, e successivamente un anno in bottiglia.

Il colore rubino con riflessi granati. Olfatto floreale di cenni di rosa e viola, ciliegia matura, lampone, finale con tabacco e humus; gusto deciso, corposo, equilibrato nella sapidità, tannini eleganti, finale lungo e persistente.

Riconoscimenti internazionali di ottimo livello: 90/100 da Wine Spectator, 92/100 da Wine Enthusiast, 94/100 di James Suckling.

Cum Laude Castello Banfi 2012. Blend di Cabernet Sauvignon, Merlot, Sangiovese e Syrah, con uve vinificate e maturate separatamente per sei mesi in barrique, poi assemblate e rimesse in barrique per altri sei mesi.

Bel rubino limpido. Sentori di fiori rosi, ciliegia matura, amarena con accenti vegetali. Ingresso caldo in bocca, tannino robusto ma comunque equilibrato, abbastanza persistente.

La visita prosegue alle cantine del Castello Banfi che si trovano qualche chilometro più a valle del castello; si tratta di cantine moderne, estesi capannoni dove, oltre alle zone di lavorazione dell’uva, si trovano gli spazi in cui sono sistemate le botti: non essendo spazi interrati, sono attivi sistemi di refrigerazione.

La guida ci spiega che il territorio presenta suoli argillo calcarei dove la vite trova il suo sviluppo ottimale, dando complessità ai vitigni a bacca nera e mineralità a quelli a bacca bianca: un habitat che da sempre consente la migliore espressione dei vitigni autoctoni, quali sangiovese e moscadello, ma che permette anche un ottimo sviluppo dei vitigni internazionali.

Le particolari condizioni climatiche della zona, che si caratterizzano per un alto indice di insolazione, ottimo grado di ventilazione, precipitazioni che si hanno essenzialmente in autunno e elevate escursioni termiche tra giorno e notte, consentono alle uve di maturare in maniera ideale.

La visita alle bottaie, anche se si tratta di ambienti moderni, ha comunque il suo fascino, in particolare per gli spazi ampi e la notevole quantità di legni presenti; si parla di circa settemila barrique e di decine, se non centinaia, di botti più grandi.

Ovviamente le piccole botti francesi sono riservate all’affinamento dei rossi prodotti con uve internazionali, mentre una zona è dedicata esclusivamente a botti medio grandi in rovere di Slavonia, riservate esclusivamente all’affinamento del sangiovese per la produzione del Brunello.

Salutiamo con grande soddisfazione il Castello Banfi che ha mantenuto la sua autenticità tutta toscana sia nei prodotti proposti che nella location: complimenti ai fratelli Mariani che sono riusciti nel loro intento.

 

 

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