Maison Anselmet: la valorizzazione della viticoltura del territorio con un occhio alla Borgogna

L’avventura vitivinicola della Famiglia Anselmet inizia nel 1978 quando Renato decide di produrre vino a scopo commerciale: la scelta si rivelerà nel tempo quella giusta, in quanto l’azienda attualmente rappresenta in Val d’Aosta un punto di riferimento sia qualitativo che quantitativo.

Ma la vocazione vitivinicola degli Anselmet si potrebbe dire secolare, in quanto si ha traccia di un ascendente della Famiglia che alla fine del ‘500 acquistò una vigna a Villeneuve: da allora la tradizione si è tramandata nele successive generazioni.

La filosofia produttiva dell’azienda segue un doppio binario: se da una parte la valorizzazione dei vitigni autoctoni della Valle rafforza il legame con il territorio, dall’altro l’applicazione di tecniche innovative e l’uso di tecnologie d’avanguardia tengono il confronto con il meglio della produzione nazionale e internazionale.

La guida dell’azienda dal 2001 da parte di Giorgio Anselmet, figlio di Renato, ha portato la Maison ai vertici tra le realtà vitivinicole della Val d’Aosta; il padre continua ad affiancarlo nell’attività, mentre un valido aiuto proviene dal figlio Henry e dalla moglie Bruna Cavagnet.

12 sono gli ettari vitati sparsi su trentacinque parcelle tra Morgex e Chambavue, la maggior parte delle quali si trova sulla collina di Torrette, ad una altitudine variabile tra i 780 e i 830 metri di altezza: forte escursione termica, elevata insolazione e terreno asciutto su cui crescono i ceppi a fusto bassissimo, per sfruttare al meglio il calore prodotto della terra.

Per una regione come la Val d’Aosta la produzione di circa 100.000 bottiglie all’anno negli ultimi due anni costituisce una quota di tutto rispetto, mentre il pregio è ineccepibile, con prodotti che ricevono sistematicamente riconoscimenti di qualità.

La consulenza di Giuseppe Caviola, enologo di fama nazionale, ha sicuramente giovato a questi traguardi, ma la vera fonte di ispirazione per Giorgio Anselmet è la Borgogna, in particolare per il rigore produttivo tipico di quella regione.

La volontà di stare al passo coi tempi Maison Anselmet la dimostra a pieno titolo con la nuova cantina costruita a Vereytaz: infatti se da una parte la zona che riceve i visitatori riprende le caratteristiche architettoniche e strutturali degli edifici locali, la zona di lavoro include moderne tecnologie, il giusto equilibrio che la Maison trasmette nei propri prodotti.

Anche quest’anno il prodotto di eccellenza della Maison, Le Prisonnier, ha riscosso i favori della critica, tra cui le Quattro Viti della Guida Vitae della Associazione Italiana Sommelier oltre al Tastevin, il riconoscimento che l’associazione ha riconosciuto quest’anno solo a 22 aziende italiane.

Una produzione di solo mille bottiglie, Petit rouge 40%, Cornalin 35%, Fumin 20%, Mayolet 5%. Fermentazione condotta in acciaio e maturazione per 20 mesi in barrique.

Colore rubino intenso e vivido. Ampio ventaglio olfattivo che si apre con sentori di mora matura, per proseguire con speziature di chiodi di garofano e pepe nero e terminare con accenni di tabacco e pellame. Ingresso in bocca morbido con tannini vellutati, fa apprezzare un buon grado di freschezza e sapidità, per chiudere con persistenti rimandi floreali alla violetta appassita.
90. Cervo in civet

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