25 ANNI DEL CONSORZIO MONTECUCCO: BILANCI E PROSPETTIVE

Venerdì 30 Maggio nell’elegante cornice del Forum Bertarelli di Poggi del Sasso (Cinigiano, Grosseto), si è tenuto il convegno “25 anni di Consorzio Montecucco: radici profonde, sostenibilità e sguardo al futuro”, per celebrare il quarto di secolo di attività del Consorzio Tutela Vini Montecucco.

Il convegno ha riunito rappresentanti istituzionali, produttori, ricercatori tecnici e stampa ed è stata l’occasione per tracciare il bilancio di 25 anni di attività e gettare le basi per il futuro della denominazione, nel ribadire l’impegno verso una viticoltura di qualità, sostenibile e sempre più consapevole delle sfide ambientali.

Ad aprire i lavori il saluto del Presidente del Consorzio Montecucco Giovan Battista Basile, che ha evidenziato come l’anniversario rappresenta non solo una tappa celebrativa, ma soprattutto un punto di riflessione strategica per il futuro della denominazione, con le sfide sempre più pressanti imposte dal cambiamento climatico: proprio per questo, è già stato avviato l’iter per una modifica ordinaria del disciplinare per estendere l’area di produzione su altitudini maggiori.

Il Presidente ha inoltre ribadito l’importanza di mantenere l’identità originaria del Montecucco in riferimento alla sostenibilità e all’enoturismo, con oltre il 90% della produzione certificata biologica e il 100% delle aziende attrezzato per l’accoglienza; al contempo, rimane la necessità di affrontare con competenza le trasformazioni imposte dal mercato e dalla società.

Tra i saluti istituzionali, anche quelli di Leonardo Marras, Assessore all’Economia e al Turismo della Regione Toscana, che ha sottolineato il valore sistemico della denominazione per l’intera area grossetana.

I lavori sono stati aperti da Stefano Quaglierini, enologo e wine communicator, che, in qualità di moderatore, ha offerto una riflessione sulla comunicazione del vino nel contesto contemporaneo, dove la sostenibilità rappresenta un punto di riferimento in particolare per le nuove generazioni, oltre alla necessità di trasmettere il racconto del territorio.

Intenso e appassionato l’intervento di Leonardo Salustri, tra i promotori della nascita della DOC Montecucco, che ha raccontato i primi passi della Denominazione negli anni ’90, quando un piccolo gruppo di viticoltori avviò un percorso audace per avere riconosciuta un’identità in un’area ancora poco valorizzata, ma con un potenziale straordinario.

Fondamentale, in quel periodo, fu la collaborazione con il compianto professor Giancarlo Scalabrelli dell’Università di Pisa, con la quale nacque il vigneto sperimentale dell’azienda Salustri, con oltre 400 biotipi di Sangiovese e altre varietà autoctone, tutt’oggi punto di riferimento per la ricerca genetica in ambito viticolo.

Anche la scelta di inserire il Vermentino nel disciplinare della DOC Montecucco, ha ricordato Salustri, si è rivelata vincente non solo per il Montecucco, ma per tutto l’areale maremmano.

Stefano Alessandri, primo Presidente del Consorzio dal 2000 al 2006, ha poi tracciato le tappe salienti del primo periodo di attività dopo il riconoscimento della DOC nel 1998, con l’avvio ufficiale del Consorzio nel 2000, formato dai 22 soci fondatori e la prima sede condivisa con Le Strade del Vino; solo nel 2005 fu trovata la sede definitiva a Poggi del Sasso, nelle ex scuole restaurate con il contributo decisivo di Claudio Tipa, tutt’oggi sede operativa.

Alessandri ha ricordato poi i successivi traguardi raggiunti, dall’ottenimento della DOCG Montecucco Sangiovese nel 2011, fino al riconoscimento dell’incarico erga omnes nel 2015: un percorso fatto di passione e condivisione che ha portato alle attuali 68 aziende associate, ai 500 ettari rivendicati e oltre un milione di bottiglie prodotte.

Grande spazio del convegno è stato riservato all’identità viticola del Montecucco e allo stretto legame che questo territorio ha avuto con la ricerca scientifica fin dagli anni ’90.

Giuliano Guerrini, agronomo di ColleMassari e voce storica del territorio, ha ripercorso l’evoluzione viticola del territorio del Montecucco a partire dal contributo decisivo di Leonardo Salustri e del professor Giancarlo Scalabrelli nello studio dei biotipi autoctoni e nell’impostazione scientifica della viticoltura dell’areale.

Proprio il valore della ricerca condivisa come base per una viticoltura di qualità, ha sottolineato Guerrini, ha permesso di valorizzare alcune peculiarità genetiche con la selezione di cloni di Sangiovese capaci di esprimere al meglio il carattere del territorio amiatino, come il progetto della Selezione Poggi del Sasso (da viti centenarie e a piede franco), sviluppato con il supporto della Fondazione Bertarelli.

Claudio D’Onofrio, Docente dell’Università di Pisa, ha poi ribadito il legame storico tra Montecucco e ricerca scientifica e di come gli studi sui cloni di Sangiovese abbiano rafforzato l’identità territoriale.

Proprio i dati della ricerca confermano l’importanza di guardare in prospettiva i cambiamenti climatici, raccomandando l’estensione della zona di produzione ad altitudini maggiori del Monte Amiata, sia per ridurre gli impatti di questi cambiamenti, sia per mantenere la qualità distintiva dei vini Montecucco.

Interessanti gli interventi di Tommaso Furzi, agronomo di Spevis, che ha illustrato le nuove frontiere della viticoltura biologica di qualità, e di Patrizia Chiari di Tenuta l’Impostino, che ha presentato il progetto Biopass per la valorizzazione della biodiversità nel territorio del Montecucco, che analizza l’equilibrio dei vigneti e l’impatto ambientale con dati certificati e tracciabili: questo progetto è realizzato congiuntamente al gruppo Agronomi SATA in collaborazione con centri di studio e di ricerca italiani, quali il Dipartimento di Scienze Agrarie e Ambientali dell’Università di Milano e la Fondazione Edmund Mach di S. Michele all’Adige.

Non è mancato il racconto delle aziende che oggi stanno scegliendo di investire in quota, come nel caso di Silvio Mendini (Podere Montale), testimone di una viticoltura che sta ritrovando nuove energie sulle pendici dell’Amiata.

A chiudere la giornata, Francesco Benedetti (ColleMassari), Presidente del Biodistretto del Montecucco, che ha sottolineato come questo territorio abbia saputo trasformare la sostenibilità in una leva di coesione sociale ed economica, un vero e proprio patto tra aziende, istituzioni e cittadini per la costruzione di un futuro condiviso, nel rispetto delle proprie radici.

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